Dai dati statistici pubblicati dall’INPS risulta che quasi la metà dei pensionati percepisce dei sussidi al disotto della soglia di povertà, e questo determina condizioni di vita improponibili in un paese che si dichiara civile e democratico.
Riteniamo che:
- le pensioni al minimo devono essere integrate ad un livello tale che consenta al pensionato di condurre una vita dignitosa e di poter adempiere a tutte le esigenze sociali ed economiche che una persona anziana si trova ad affrontare;
- le risorse per incrementare gli assegni al minimo si possono reperire ricalcolando tutte le pensioni con il metodo contributivo;
- il ricalcolo sarebbe una operazione di equità sociale e non potrebbe essere contestata quale lesione di diritti acquisiti in quanto molti degli assegni sono stati gonfiati surrettiziamente con escamotage contabili quali gli aumenti retributivi e di carriera nell’ultimo periodo lavorativo utile al conteggio.
Non è inoltre accettabile che vi siano persone con una o più pensioni che occupino incarichi pubblici ben retribuiti.