Il sistema dei subappalti rappresenta una catena di Sant’Antonio moderna, in cui il primo anello trae notevoli guadagni a spese dei successivi, fino a raggiungere l’ultimo, il più debole, che è il lavoratore.
Il sistema dei subappalti rappresenta una minaccia per i diritti e la sicurezza dei lavoratori. Gli strumenti giuridici esistenti offrono una difesa, ma è urgente una riforma che includa la pubblica amministrazione nel meccanismo di solidarietà e che rafforzi ulteriormente la tutela dei lavoratori lungo l’intera catena dei subappalti.
Strumenti di difesa del lavoratore:
- Art. 1676 Codice Civile: Rafforzata garanzia retributiva;
L’articolo 1676 del Codice Civile stabilisce una garanzia retributiva in caso di inadempimento del datore di lavoro. Il committente è tenuto a pagare i dipendenti dell’appaltatore, nei limiti delle somme ancora dovute all’appaltatore al momento della richiesta di pagamento.
- D.Lgs. 276/2003 – Art. 29, comma 2 (Legge Biagi): Responsabilità solidale;
La Legge Biagi estende la responsabilità solidale del committente, che risponde in solido dei crediti retributivi e contributivi spettanti ai lavoratori, sia con l’appaltatore che con i subappaltatori. La responsabilità è senza limiti di importo.
- D.L. 25 del 17 marzo 2017: Rafforzamento della responsabilità solidale.
L’art. 2 del DL 25/2017, modificando il comma 2 dell’art. 29 del D.Lgs. 276/2003, rafforza ulteriormente la disciplina relativa alla responsabilità solidale negli appalti. Committente, appaltatore e subappaltatori sono tenuti a pagare i crediti di lavoro maturati dal personale occupato nell’appalto, compresi i crediti dei lavoratori autonomi e gli eventuali debiti nei confronti degli enti previdenziali e assicurativi, senza possibilità di deroghe e, soprattutto, senza la preventiva escussione del debitore diretto.
Inoltre è opportuno precisare che dal 2017 non è più affidata alla contrattazione collettiva la facoltà di derogare al regime di responsabilità solidale negli appalti prevedendo “metodi e procedure di controllo e di verifica della regolarità complessiva degli appalti”. In tal modo il legislatore ha ritenuto che non si potesse derogare, neppure con l’accordo tra datore di lavoro e i sindacati maggiormente rappresentativi, al pieno diritto di tutela retributiva e di sicurezza del lavoratore.
- Sicurezza sul lavoro: Una catena che si rompe;
Altro capitolo estremamente grave riguarda la sicurezza sul lavoro che da sub appalto in subappalto si riduce costantemente.
L’ordinanza 375/2023 della Corte di Cassazione sottolinea la responsabilità solidale del committente nei casi di infortuni, salvo che derivino da rischi specifici delle attività proprie dell’appaltatore o del lavoratore
Il committente, anche nei casi di subappalto, è responsabile sia nella scelta dell’impresa subappaltatrice sia nel caso in cui non controlli che l’appaltatore abbia adottato tutte le misure generali di tutela della salute e della sicurezza, specie se tale inadeguatezza può essere percepita senza particolari approfondimenti.
Il disastro del cantiere di Firenze della Esselunga ne è solo l’ultimo drammatico evento.
- Esclusione delle pubbliche amministrazioni: Un problema da affrontare Dal 2003, le pubbliche amministrazioni sono escluse dalla responsabilità solidale. Questa esenzione rappresenta un grave danno per i lavoratori, specialmente quelli impiegati in lavori precari e umili.
Avere esentato dalla responsabilità solidale le pubbliche amministrazione è un grave danno nei confronti dei lavoratori, in particolare di quelli che svolgono i lavori più umili e che di fatto sono i minormente tutelati.
Ci riferiamo a tutte quelle persone, in particolare donne o lavoratori extracomunitari, assunte da cooperative o ditte senza alcuna storicità operativa impiegate in lavori di basso profilo.
A puro titolo esemplificativo citiamo i lavoratori dediti alle pulizie sfruttati con retribuzioni spesso da fame con condizioni di lavoro estremamente precarie.
Il problema degli appalti e dei subappalti in ambito pubblico è molto grave. Tutte le organizzazioni sindacali dovrebbero unirsi nel chiedere alla politica di variare la normativa che attualmente esenta la pubblica amministrazione dal meccanismo della “solidarietà”.
Oltre ad essere un dovuto riconoscimento alla dignità di questi lavoratori che si occupano delle mansioni più umili sarebbe un sistema che eliminerebbe alla base eventuali accordi poco trasparenti tra i committenti e gli appaltatori.
Il sindacato Labor chiede una riforma che preveda un sistema di garanzie e di solidarietà anche per la pubblica amministrazione È necessario un appello unitario delle organizzazioni sindacali per chiedere una riforma che includa la pubblica amministrazione nel meccanismo della solidarietà, garantendo dignità e trasparenza nei rapporti lavorativi.
Solo attraverso azioni determinate e collettive di tutte le sigle sindacali si potrà rompere questa “catena di Sant’Antonio”.
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