Articolo di Milena Cerciello
Il ruolo dell’insegnante per il sostegno si è andato a delineare lentamente nel corso degli anni, così come è stato lento e graduale il passaggio da una scuola dell’inserimento ad una scuola inclusiva. Molti cambiamenti, che riguardano non solo il ruolo dell’insegnante di sostegno ma l’approccio alla disabilità, sono stati realizzati dall’attuazione della Legge n. 517/1977, che ha abolito le classi differenziali per gli alunni con disabilità e ha promosso la possibilità di impiegare la figura dell’insegnante di sostegno nelle classi normali della scuola dell’obbligo.
Tuttavia, il passaggio da un mero concetto di inserimento a quello di integrazione è rappresentato dall’approvazione della Legge 104/1992, che ha dato all’insegnante di sostegno un ruolo ancora più rilevante nel sistema scolastico italiano. Questa legge ha stabilito il diritto all’integrazione scolastica per gli studenti con disabilità, sancendo la necessità di fornire loro un supporto adeguato, a partire dalla scuola dell’infanzia fino alla scuola secondaria di secondo grado, attraverso specifici percorsi educativi individualizzati. Ciò ha comportato un aumento significativo della richiesta di insegnanti di sostegno e ha dato origine a un cambiamento nella formazione e nel reclutamento di questa figura professionale.
Oggi sentiamo ripetere che l’inclusione scolastica è un principio fondamentale della società contemporanea, uno degli obiettivi principali del sistema educativo europeo e che l’insegnante di sostegno ne deve essere in qualche modo garante. Ma pochi sanno cosa si intende veramente per inclusione. L’inclusione è per Booth e Ainscow, autori dell’Index, <<un percorso verso la crescita illimitata degli apprendimenti e della partecipazione di tutti gli alunni>>1 sicché non si riferisce solo agli alunni con disabilità. In altre parole è inclusiva una scuola <<che costruisce un contesto che permette a tutti gli alunni, tenendo conto delle loro diverse caratteristiche sociali, biologiche e culturali, non solo di sentirsi parte attiva del gruppo di appartenenza, ma anche di raggiungere il massimo livello possibile in fatto di apprendimento>>2 .
In questo contesto dunque l’insegnante per il sostegno è un facilitatore dell’apprendimento, con competenze pedagogico-didattiche e relazionali finalizzate all’integrazione attraverso la mediazione. All’insegnante di sostegno sono richieste competenze metodologiche e didattiche, legislative – organizzative oltre che relazionali – comunicative che non possono essere improvvisate. Tutto ciò si esplica in azioni concrete come:
– consultare la documentazione relativa all’alunno diversamente abile, reperisce le prime informazioni dai colleghi, dalla famiglia e dalla ASL competente per il territorio.
– Svolgere attività sistematica di osservazione dell’alunno nel contesto della classe.
– Promuovere attività di tutoring in classe.
– Elaborare il P.E.I. in collaborazione con gli insegnanti disciplinari, i genitori e gli operatori ASL.
– Mediare i rapporti tra tutte le figure che ruotano intorno all’alunno in una logica di rete
– Partecipare al lavoro di programmazione didattica – educativa della classe.
– Mettere a disposizione le proprie competenze e si confronta con i colleghi sulle problematiche relative agli apprendimenti e ai comportamenti degli alunni.
– Suggerire nuove modalità di insegnamento/apprendimento e strategie di semplificazione
– Sollecitare interventi e finanziamenti (comunali, provinciali, regionali) per operare concretamente e contribuire alla realizzazione del progetto di vita della persona con disabilità.
– Partecipare agli incontri del Gruppo di lavoro
– Svolgere prevalentemente il suo lavoro all’interno della classe, per favorire il più possibile l’integrazione dell’alunno diversamente abile.
L’insegnante di sostegno in Italia ha attraversato un’evoluzione significativa nel corso degli anni, passando da un ruolo di assistenza ad hoc a un professionista specializzato e fondamentale per un sistema educativo realmente inclusivo.
1 Booth T. e Ainscow M. (2002), Index for Inclusion, Bristol, CSIE, trad. it. L’Index per l’Inclusione. Promuovere l’apprendimento e la partecipazione nella scuola, Trento, Erickson, 2008, p. 110.
2 Demo H. (2013), L’Index per l’Inclusione: analisi del suo potenziale innovativo nel contesto italiano. Cantiere aperto, Vol. 12, n. 1, pp. 41-52