Il reddito di Cittadinanza, nel sito istituzionale, viene definito come una misura di politica attiva del lavoro e di contrasto alla povertà, alla disuguaglianza e all’esclusione sociale.
Nato per volontà politica, ha da sempre diviso la popolazione tra convinti sostenitori e oppositori diventando un argomento di campagne elettorali.
Occorre precisare che a parere di chi scrive la norma che ha istituito il RDC ci era da subito sembrata lacunosa nella parte in cui si indicavano i requisiti per la presentazione delle domande, nel sistema dei controlli e nella gestione della ricerca del lavoro.
In effetti, l’aver demandato ai CAF, ai Patronati e alle Poste la gestione delle richieste senza un immediato controllo da parte dell’INPS dei requisiti, come già avviene per l’ISEE, ha creato notevoli difficoltà e ha dato adito a truffe, lasciando aperta la strada a contenziosi in sede civile e penale.
Ben vengano i controlli e nei casi di indebita percezione si auspica l’erogazione rigorosa e rapida di sanzioni tali da scoraggiare i “furbetti”.
Anche l’obiettivo di agevolare l’occupazione è stato un sostanziale fallimento dovuto anche al fatto che si è voluto affidare la ricerca del lavoro ai “navigator”prevedendo un sistema non integrato con i Centri per l’Impiego.
Il Sindacato Labor chiede a tutte le forze politiche di smettere di utilizzare il RDC come clava contro gli avversari ma di renderlo, seppur con altre denominazioni, uno strumento di inclusione sociale dei soggetti in difficoltà.
Dai dati statistici pubblicati dall’Osservatorio INPS, nel mese di dicembre 2022, i nuclei beneficiari di RdC/PdC sono stati 1,17 milioni (1,05 milioni RdC e 123mila PdC), con 2,48 milioni di persone coinvolte (2,35 milioni RdC e 139mila PdC) e un importo medio erogato a livello nazionale di 549 euro (580 euro per il RdC e 291 euro per la PdC).
Secondo una nostra stima circa un quarto dei percettori perderanno il beneficio. Diventa pertanto essenziale comprendere l’evoluzione di tale strumento da agosto 2023.
Con il messaggio 2835 del 31 luglio 2023 l’INPS ha fornito ulteriori precisazioni sul regime transitorio previsto dal Reddito di Cittadinanza e in particolare sulle comunicazione inviate tramite SMS.
Ricordiamo che con la legge di bilancio n. 197/2022, ha anzi stabilito che già dal 1° agosto 2023 alcuni nuclei familiari cessino di percepire il contributo economico RDC.
Le famiglie considerate bisognose di sostegno economico vengono divise infatti in due gruppi:
- – famiglie con ISEE fino a 9360 euro annui con familiari disabili, minori o over 60 per le quali nulla cambia fino a fine anno , il RDC cessa il 31 dicembre e dal 1 gennaio 2024 potranno fare richiesta di Assegno di inclusionedi durata 18 mesi, rinnovabili
- – famiglie con ISEE fino a 6000 euro annui composte solo da soggetti abili al lavoro ovvero tra i 18 e i 59 anni. Per le quali il RDC cessa il 31 luglio 2023 e, se non già prese in carico dai servizi sociali in percorsi di formazione o orientamento, dovranno richiedere il Supporto formazione e lavoro con durata massima 12 mesi .
Il servizio di Supporto formazione e lavoro prevede la partecipazione da settembre 2023 a progetti di formazione, di qualificazione e riqualificazione professionale, di orientamento, di accompagnamento al lavoro e di politiche attive del lavoro.
Per chi partecipa ai programmi formativi o a progetti utili alla collettività, è previsto il beneficio economico di 350 euro per un massimo di dodici mensilità.
Auspichiamo un celere intervento del governo per intervenire a colmare le criticità del provvedimento, adeguare i termini di erogazione, gli importi dei benefici in misura tale da affrancare le famiglie dalla miseria, garantire in maniera più sicura la sussistenza, l’inclusione sociale e una stabile occupazione.
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