Oggi primo maggio 2021 è la seconda volta che la festa del lavoro si celebra sotto il segno del “covid”.
La speranza di tutti è che questa sia l’ultima volta che il virus ci condizioni limitandoci nell’espletamento delle normali attività quotidiane.
Comunque, indipendentemente dal virus già da parecchi anni nulla ci sarebbe da festeggiare visto che la situazione dei lavoratori di questo Paese vede accrescere le difficoltà sociali ed economiche.
La “festa ” del primo maggio nel tempo si è trasformata nella mera celebrazione di un rito fine a se stesso dove si ripetono più o meno uguali tanti discorsi che nulla di nuovo e significativo hanno da dire per dare una concreta indicazione al fine di superare le difficoltà dei lavoratori e dei loro familiari. Difficoltà che la mancanza di idee e di progettazione, a causa della pandemia, risultano ancora più evidenti.
Il Paese risulta piegato su se stesso, quasi incapace di reagire per i molti lutti subiti e per la enorme incertezza dovuta alla pesante crisi economica che ha devastato i settore attivi nei “servizi alla persona”.
I titolari dei Bar, ristoranti, negozi, ecc. e i loro dipendenti sono in fortissima difficoltà a causa delle chiusure. Chiusure finalizzate al contenimento della pandemia che si possono comprendere mentre non si può comprendere e tanto meno giustificare i pochi aiuti economici stanziati dal Governo che, più che ristori, possiamo definire “elemosina”.
Che l’economia del Paese da anni a livello europeo fosse il fanalino di coda in tutte le statistiche era cosa risaputa. La Pandemia non ha fatto altro che accelerare un processo di decadimento che allo stato attuale sembra inarrestabile.
La speranza e che questo PRIMO MAGGIO sia il “primo” giorno di un tempo del “CAMBIAMENTO. Cambiamento non più rinviabile.
E’ necessario che le “Istituzioni” e gli “Enti intermedi” (sindacati, associazioni professionali, associazioni di consumatori, ecc.) abbiano una piena visione di quelle che sono le criticità del Paese e conseguentemente ciascuno per la propria parte operi per trovare le giuste soluzioni.
Particolare responsabilità, ad avviso della scrivente, sono da attribuire agli “Enti intermedi”che hanno in gran parte abdicato alle loro primarie funzioni di rappresentanza della istanze dei cittadini preferendo tacere piuttosto che denunciare eventuali inerzie o decisioni sbagliate da parte delle Istituzioni.
Anche in questo Primo Maggio, il problema dei problemi è rappresentato dalla necessità di una solida ripresa economica. Ripresa che potrà realizzarsi solo se si riconoscerà l’importanza del fattore lavoro e ai lavoratori la dignità che spetta per la loro attività.
Per un duraturo sviluppo del Paese è prioritariamente necessario che:
- Si proceda con una fortissima semplificazione burocratica. Le leggi devono essere chiare e facilmente applicabili;
- In una economia globalizzata devono essere destinate ingenti risorse finanziarie per sostenere le imprese nei necessari processi di rinnovamento affinché possano competere alla pari con le imprese di altri paesi. Nessuna risorsa ottenuta con il programma Next Generation EU deve essere sprecata in spese (elargizioni) di tipo clientelare;
- Riforma della giustizia civile. Non è economicamente accettabile per le imprese che per ottenere un verdetto si debba attendere anche più anni quando è noto a tutti che la certezza del diritto è un fattore determinante nelle scelte di una impresa;
- Riforma della pubblica amministrazione. La pubblica amministrazione deve essere resa più efficiente e rapida nelle decisioni. Responsabilizzare i vertici degli apparati burocratici anche, se necessario, provvedendo alla loro sostituzione,
- Riforma del fisco. E’ necessario ridurre il carico fiscale alle persone con redditi medio bassi e nel contempo provvedere ad una drastica semplificazione della normativa affinché ognuno possa determinare autonomamente quante imposte deve pagare. La semplificazione normativa è inoltre necessaria se si vuole mettere un freno all’evasione e all’elusione fiscale.
Istituzioni, Enti intermedi, cittadini devono prendere coscienza del proprio compito altrimenti, ancora una volta, “tutto si cambia affinché nulla cambi” e questo primo maggio sarà più o meno uguale a quelli passati o futuri.
Danilo Maron
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