PREMIO IO LABOR
Si terrà il 6 Febbraio 2018 ad Este presso l’Istituto Manfredini la consegna del premio IO LABOR
Un premio per le realtà “virtuose”: Scuola, enti, associazioni, aziende e esponenti della cultura insieme per un nuovo modello di crescita lavorativa e professionale
Siamo in una fase di emergenza.
E non ci riferiamo tanto alla crisi economica che pure attraversiamo ma alle nefaste conseguenze di detta crisi sul piano normativo e delle scelte legislative e delle parti sociali.
L’emergenza cui facciamo riferimento è, in primo luogo, emergenza di diritti.
Le iniziative normative assunte negli ultimi anni senza una vera e propria programmazione e nel tentativo di “agganciare” una ripresa economica di cui non si vedono francamente segnali inequivoci stanno, nei fatti, affievolendo il diritto al lavoro consacrato all’art. 4 della Costituzione al rango di una mera libertà, come tale soggetta a più ampi limiti di quelli passati.
I lavoratori sono sempre più disorientati e guardano alla realtà della propria azienda come un contesto in cui possano ritrovare quelle certezze che la generale confusione normativa e concettuale generata dal vento del “riformismo a tutti i costi” sta progressivamente facendo venir meno.
Ma l’emergenza è anche emergenza degli organismi per così dire intermedi, rappresentativi di interessi collettivi. Mi riferisco in primo luogo ai sindacati e alle associazioni di categoria.
Si devono rivedere e migliorare quei meccanismi aziendali di responsabilità sociale in voga nei primi anni di questo secolo e già dimenticati e “stemperati” nella limitativa logica delle buone prassi.
E’ necessario un rapido, serio e duraturo cambio di passo: Stato e Regioni, anche nell’ambito di una mutata auspicabile cornice legislativa europea di stimoli alle aziende “virtuose”, dovrebbero assumersi, finalmente e direttamente, la responsabilità di sostenere tutti quegli operatori, imprenditori e non che nel silenzio dei media e senza clamore lavorano per la sicurezza e lo sviluppo del sistema Italia.
E’ fondamentale sostenere gli imprenditori, spesso sconosciuti ai più, che con le loro aziende quotidianamente operano, nonostante l’elevata pressione fiscale ed i “lacci e lacciuoli” di una ingombrante burocrazia, per migliorare non solo la propria situazione ma anche quella dei propri lavoratori, dei loro familiari e che, in definitiva, si adoperano per la crescita e prosperità di tutto l’indotto, del territorio di riferimento e del sistema Paese.
Diventa prioritario valorizzare la cultura; da Paese culla della cultura siamo diventati Paese in cui la cultura è bistrattata, sminuita e relegata a poco più di un’appendice.
Riscoprire il valore della formazione e delle tradizioni contadine e locali, non è valutabile attraverso il parametro di bilancio costo/perdita. Ne va in gioco lo sviluppo personale e culturale delle future generazioni.
Creare, costruire un lavoro per tutti, parte da quanto riusciamo a valorizzare la nostra cultura e creare delle sinergie con tutti gli operatori.
Cambia il mondo e deve cambiare la visione del lavoro e di conseguenza dei sindacati.
Taluni sindacati sembrano assistere inerti a questa rivoluzione/involuzione del diritto del lavoro, concentrandosi più che altro sul sottoscrivere accordi in cui dettare le condizioni affinchè un sindacato possa essere considerato comparativamente più rappresentativo o comunque maggiormente rappresentativo ai fini della applicazione delle leggi che a tale requisito “selettivo” fanno riferimento e/o dell’esercizio delle libertà sindacali. Ciò al più o meno celato fine di escludere altri sindacati minoritari da qualsivoglia tavolo negoziale.
Cosa dovrebbe, invece, fare oggi il sindacato? Porsi innanzitutto al di fuori di sterili logiche di potere e evitare imposizioni dall’alto di meccanismi nemmeno condivisi con le singole aziende. Certamente denunciare quando occorre, ma anche e soprattutto dialogare a livello locale con le imprese, in special modo con quelle “virtuose”, con le istituzioni e gli istituti di formazione e gli esponenti della cultura.
Compito del sindacato è quello di affiancarsi alle nuove generazioni spiegando che il lavoro e la professionalità si trovano costruendo un proprio percorso scolastico di approfondimento e di connessione con il mondo e il mercato che li circonda. Produrre il buono e il sano premia e premierà sempre di più le nuove generazioni impegnate a sviluppare le proprie conoscenze nei settori primario come l’agricoltura da sempre bistrattata, l’agrindustria e la ristorazione.
Rassicurare e consigliare i giovani, futuri lavoratori, offrendo loro esempi positivi. Costruire invece di demolire, crescere invece di arrestarsi, ascoltare e migliorarsi piuttosto che copiare e alienarsi.
Così vediamo i nostri giovani, così il sindacato Labor vede il futuro.
Non ci si può imporre con l’arroganza di chi tutto sa e chi tutto può ma piuttosto costruire ponti con il buon senso e con il dialogo con le controparti aziendali, cercando di capire quali sono le necessità del mercato del lavoro e trovare con datori di lavoro le risoluzioni alle problematiche endoaziendali.
E proprio in tale direzione si inserisce una recente iniziativa promossa dal Sindacato LABOR che ha istituito il premio “IO LABOR”., nell’ottica per l’appunto di promuovere, sostenere e dare visibilità alle personalità della cultura che si sono distinte nella valorizzazione del territorio e delle tradizioni legate alle nostre radici e alle aziende che stanno puntando sulla crescita del capitale umano per rafforzarsi e superare la crisi economica anche attraverso la tutela e la valorizzazione delle risorse e capacità personali,
Ne parla il Segretario Generale del LABOR Danilo Maron:
“Il premio è stato ideato con la finalità di premiare chi quotidianamente opera per supportare lo sviluppo delle competenze e conoscenze dei giovani indirizzandoli al lavoro.
Il paradigma del futuro infatti non deve più essere basato sulle logiche oramai superate sulla dicotomia datore di lavoro/lavoratore, ma sulla condivisione e dialogo di tutte le realtà (associazioni, imprese, enti, scuole, professionisti, artisti) che operano sul territorio.
La logica alla base dell’istituzione del premio “IO LABOR” è, per l’appunto quella di premiare chi svolge un lavoro di sinergia per la crescita dal lavoro e delle nuove professionalità
Il Premio è un riconoscimento al merito di quanti, enti, associazioni, aziende e artisti si sono distinti per la loro capacità di offrire alle nuove generazioni un proprio contributo al loro sviluppo professionale e personale.
Il Premio IO LABOR sarà consegnato ai vincitori il giorno 6 febbraio 2018 a Este presso l’Istituto Manfredini all’interno dell’evento organizzato da Futuro Agricoltura, Sindacato Labor e Asso Consum: IL MONDO AGRICOLO E LA RISTORAZIONE. NUOVE PROSPETTIVE DI LAVORO E CRESCITA PROFESSIONALE“.
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