STORIE DI DISAGIO SOCIALE.
Vogliamo iniziare con questo titolo, una serie di articoli, che di volta in volta, pubblicheremo nel nostro sito.
Esporremo, come i ritardi della burocrazia, le promesse non mantenute, e le giuste proteste inascoltate dei cittadini, creino gravi disagi sociali nel nostro Paese.
Fra i tanti esempi di ciò, cominciamo con un caso emblematico, di cui non si può non ricordare l’attualità e le situazioni disagevoli nelle quali, tuttora, si trovano i protagonisti. Parliamo dei TERREMOTATI DEL CENTRO ITALIA.
Le cronache dei media e dei giornali, da mesi continuano a descrivere le difficili condizioni in cui versano le popolazioni del centro Italia colpite dal sisma del 26 agosto 2017. Sono passati oltre 7 mesi, dalle prime scosse di un terremoto senza fine e ad aggravare la situazione si sono poi aggiunte le eccezionali nevicate di un inverno impietoso che ha ulteriormente reso difficile la vita a tante persone già provate dal disastro.
In questo periodo abbiamo assistito alla interminabile pletora di politici che, dopo le prime scosse, si sono recati nelle zone colpite a dare assicurazioni:…..”non vi lasceremo soli, ricostruiremo tutto…faremo del nostro meglio…” e via dicendo. Intanto, col passare del tempo, le promesse dei nostri saccenti Governanti, si perdevano portate via dal vento, nelle Gole dei Monti Sibillini.
Si sono sentite storie tristi di vita, che non avremmo mai immaginato!.
Abbiamo dovuto vedere le prime proteste degli allevatori che già a settembre chiedevano di acquistare a loro spese, le tensostrutture per ricoverare gli animali. Fu risposto che non potevano farlo causa….occupazione di suolo pubblico. Il suolo pubblico dei loro terreni!!! Qui, la macchina burocratica è diventata ahimè, una barzelletta.
Nel totale, tra gli allevatori delle Marche, Umbria, Alto Lazio e Abruzzo, richiedenti 618 stalle per il ricovero, ne sono state consegnate soltanto 180!! Di queste, alcune montate sotto i cavi dell’alta tensione, altre già distrutte dal vento, altre ancora su piazzole di cemento fuori misura, cemento che si scioglie con la pioggia.
Nel frattempo, si sono persi 400 capi di bestiame e circa seicento mucche e Cinquemila pecore, rimangono ancora senza ricovero.
Lo stesso Commissario del Governo ha dovuto dichiarare il completo fallimento della macchina organizzativa.
Ma c’è di più, veniamo a sapere, dopo una lunga telefonata con un amico di Camerino, che ha avuto la casa dei genitori crollata, che ora, dopo il forzato esodo sulla costa Adriatica, migliaia di sfollati costretti al rientro, trovano affitti solo lontano dalle zone di residenza con canoni raddoppiati se non triplicati.
Queste vergognose speculazioni, si scontrano con la grande solidarietà dimostrata da tutto il mondo verso i protagonisti di una odissea senza fine.
Ci sarebbe tanto da raccontare come ad esempio, del mancato coordinamento fra gli organi preposti. Ad Annifo, piccolo paesino vicino a Camerino in provincia di Foligno, c’erano disponibili da subito 30 alloggi di case in muratura ed una trentina di casette di legno costruite per il terremoto del 1997 che sarebbero in stato di totale abbandono almeno dal 2003 di cui nessuno sembra responsabile.
Abbiamo dovuto assistere alla vergognosa “riffa” per l’assegnazione delle prime casette, a cui il Sindaco di Amatrice ha dovuto ricorrere non avendo altre disponibilità sui numeri richiesti.
Estrazione a sorte, come la lotteria di capodanno!. Ma sembra possibile che si utilizzi una “lotteria” per risolvere l’emergenza abitativa dei terremotati. Si può affidare un diritto fondamentale, costituzionalmente previsto alla sorte?
E poi possibile che lo Stato spenda al metro quadro per le “casette” molto più di quanto si spenderebbe per realizzare una casa in muratura?
Se verifichiamo i valori medi del mercato immobiliare di quei territori scopriamo che il prezzo dei “MODULI ABIRATIVI PROVVISORI” è di 1.075 euro per metro quadro, un costo che supera di gran lunga il valore di realizzazione di una villa, stimato in 1.000 euro (dati agenzia del territorio) perchè oltre al costo di costruzione delle “casette” si devono aggiungere euro 69.000 per trasporto e montaggio.
Dalla data del sisma nulla è operativo. Non ci sono gli aiuti alle imprese e mancano i decreti attuativi senza i quali niente può essere fatto. In definitiva non c’è la volontà politica di affrontare concretamente la ricostruzione. Forse perchè politici, grandi burocrati e lobby non hanno ancora trovato il modo per spartirsi gli appalti. La scorsa settimana il premier Gentiloni ha parlato di cose che non esistono: il miliardo l’anno nel decreto non c’è. Ancora una volta le parole dei politici risultano avulse dalla realtà e la gente è sempre più stanca di promesse.
In sette mesi hanno portato qualche container travestito da casetta per dare l’occasione a qualche pezzo grosso della politica di “farci la sfilata”.
Vogliamo ricordare che più volte i terremotati, insieme agli agricoltori e i loro Sindaci sono andati a Roma per denunciare il disagio per una ricostruzione mai iniziata anche a causa di una burocrazia ottusa, che impedisce anche al singolo cittadino di provvedere direttamente alla ricostruzione della propria abitazione.
A costo di ripeterci, dobbiamo segnalare che in Italia, oltre al danno causato da una classe politica incapace il Paese muore per i disastri compiuti da una burocrazia che uccide non solo la speranza, ma anche il buonsenso.
Ciò che più stupisce in tutta questa tragedia umana, fatta di stupidità burocrazia, insensibilità politica e rimpallo di responsabilità, è la dichiarazione di Cantone Presidente dell’Anac che su “Il Messaggero” del 1-3-2017, difendendo le procedure anticorruzione, dichiara:….“Tutto il resto….è un fenomeno mediatico…”.
Certamente, la visita del Principe Carlo di Inghilterra, è stata un avvenimento mediatico che conforterà sicuramente le popolazioni colpite viste le promesse di un aiuto. Aiuto che sembra lungi dall’essere dato a causa di una realtà fatta di macerie che, dopo sette mesi, sono ancora li ad ingombrare le strade.
Ancora una volta terremoto fa rima con business. In un’intervista il ministro Del Rio descriveva il sisma come un’occasione per fare crescere il PIL (prodotto interno lordo) trascurando di dire che il terremoto è prima di tutto sofferenza per chi ha avuto familiari morti o feriti e per chi ha dovuto abbandonare casa e lavoro. Ma soprattutto, Del Rio, non ha detto che il grosso degli appalti andranno alle solite cooperative e grandi imprese vicine alla politica.
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Danilo Maron
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